CID guarda al futuro con “Detox to 2030”
Logistica, ricerca, tracciabilità, ecodesign, economia circolare e innovazione chimica. Sono queste le parole chiave, che delineano gli obiettivi di sostenibilità per la filiera tessile, che emergono dall’assemblea del CID dal titolo “Detox to 2030″. L’evento, presentato dal presidente del Consorzio Andrea Cavicchi, è stato suddiviso in due parti: la prima dedicata alle attività di gestione del Consorzio, la seconda alla tavola rotonda a cui hanno partecipato, tra gli altri, Chiara Campione, Head della Corporate and Consumers Unit di Greenpeace Italia; Gabriele Maggio, Presidente & CEO di Stella McCartney; Frank Michel, direttore esecutivo di ZDHC Foundation.
“Pur nelle difficoltà affrontate nel 2020, abbiamo mantenuto tutti i nostri impegni e, come Consorzio Detox, abbiamo continuato a sostenere le iniziative già condivise con i soci, affiancandole a nuovi progetti innovativi.” spiega in apertura dei lavori il presidente Andrea Cavicchi.
I nuovi progetti di sostenibilità presentati da Detox
Al termine della prima parte dell’evento, dedicata ai lavori assembleari, la seconda parte dell’incontro ha visto la presentazione di tre nuovi progetti del CID, sviluppati in collaborazione con diversi partner:
- Progetto City Gate sulla logistica, in collaborazione con l’Interporto della Toscana Centrale;
- Protocollo d’intesa con la fondazione Zdhc sulla chimica
- Nuova edizione di The time is now! New Citizen 1,5 per giovani designers in collaborazione con IED e Greenpeace Italia.
City Gate: spostamenti tracciabili e green per il materiale tessile
City Gate è il progetto pilota che nasce dalla collaborazione tra CID, Interporto della Toscana Centrale, LogisLab dell’Università di Firenze e Tesi Square. L’obiettivo è la tracciabilità degli spostamenti del materiale tessile e l’utilizzo di mezzi green per effettuare trasporti collettivi all’interno del distretto pratese. Nella prima fase del progetto saranno analizzati e monitorati i percorsi fatti dal prodotto semilavorato di due lanifici (Nova Fides, Marini Industrie) e il loro sistema produttivo con “l’obiettivo – dice Cavicchi – di rendere più efficiente la filiera, tracciare il prodotto e quindi ridurre l’impatto ambientale, partendo dalla riduzione dell’inquinamento dato anche dalle movimentazioni dei semi lavorati nel tessile”.
“Il valore di questo progetto – aggiunge il presidente di Interporto Francesco Querci – è anche aver messo in atto un sistema integrato tra le aziende del distretto e dell’area metropolitana, unite da una progettualità che potrebbe essere esempio per altri distretti e filiere del territorio nazionale”.
CID e ZDHC insieme per ridurre le sostanze chimiche nella moda
Creare un modello standard di economia circolare volto a ridurre gli sprechi nell’industria moda e nella gestione delle acque di scarico. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa tra CID e Fondazione ZDHC introdurre l’innovazione chimica in una moda toxic-free.
“Abbiamo iniziato a scambiarci dati utili per sviluppare buone pratiche che possano essere utili alla filiera, nell’intento di guidare la moda verso soluzioni sostenibili” sottolinea Alessandra Tortora, Southern Europe Director ZDHC Foundation.
La nuova edizione di The Time is Now! con IED e Greenpeace
The time is now! New citizen 1.5 è il progetto di CID in collaborazione con IED e Greenpeace Italia rivolto alle nuove generazioni di designer. “L’edizione 2020 del progetto ha chiesto agli studenti di ridisegnare l’identità del Green Market di Greenpeace Italia, immaginando prodotti che nel loro utilizzo possano orientare comportamenti sostenibili e la riduzione dei consumi”, spiega Chiara Campione, Head della Corporate and Consumers Unit . “Questa seconda edizione del contest 1.5, il cui il numero indica l’aumento massimo della temperatura media globale, secondo gli accordi di Parigi per limitare i cambiamenti climatici, ha spinto i ragazzi a confrontarsi con questa sfida ed immaginare la moda del futuro grazie alla materia prima di aziende virtuose” ha aggiunto Giovanni Ottonello, art director IED.
I valori di sostenibilità dell’industria moda
“La sfida di un’azienda all’avanguardia come Stella McCartney – dice il President & CEO Stella McCartney Gabriele Maggio – è iniziata nel 2001 con l’utilizzo di strumenti per misurare l’impatto della propria supply chain e adesso si incentra su obiettivi di economia circolare. Puntiamo a un processo che ci consenta di ridurre a zero l’impatto di prodotti già consumati e venduti, allo stesso tempo esiste la necessità di creare un sistema integrato per cui il cliente finale percepisca meglio il valore di un prodotto sostenibile”.
“La pandemia – aggiunge Chiara Campione di Greenpeace Italia – ha messo ancor di più l’emergenza ambientale al centro del dibattito pubblico. Dopo il primo lockdown pensando a una ripartenza ci si è interrogati sull’esigenza di porre il pianeta e le persone prima del profitto. Le nostre proposte si basano su soluzioni che smettono di premiare chi inquina e mettono al centro la promozione di modelli di business resilienti ed alternativi seguendo l’esempio della filiera tessile promossa dal CID.
Un’implementazione nell’eliminazione di sostanze chimiche o l’uso di quelle più sicure, è il punto fondamentale toccato da Frank Michel, direttore esecutivo di ZDHC. “Il lavoro fatto in Italia con Detox, insieme a quello che stiamo facendo come Fondazione ZDHC a livello mondiale, porta a aumentare il valore del prodotto tessile che è più controllato, sicuro e sostenibile”.