La Commissione europea ha adottato una restrizione a livello europeo su una certa classe di solventi “più ecologici” utilizzati per il lavaggio a secco dei tessuti.

La recente adozione di una restrizione sui silossani potrebbe essere un problema per alcuni rivenditori di lusso, dato che questi solventi sono stati pubblicizzati come un sostituto “più sicuro” del percloroetilene (Perc), una sostanza ancora ampiamente utilizzata per il lavaggio a secco di seta, camoscio, lana e altri tessuti di lusso.

Il 16 maggio 2024, la Commissione europea ha adottato una restrizione sui silossani D4, D5 e D6, utilizzati in alcuni processi di lavaggio a secco “più ecologici” e precedentemente pubblicizzati come sostitutivi del Perc, una sostanza chimica che ha a sua volta suscitato preoccupazione tra le autorità di regolamentazione di Francia, Danimarca e Stati Uniti.

“Questa misura proteggerà il nostro ambiente riducendo fino al 90% delle emissioni di queste sostanze molto persistenti e molto bioaccumulabili”, ha dichiarato la Commissione europea in merito alla nuova restrizione sui silossani D4 (ottametilciclotetrasilossano), D5 (decametilciclopentasilossano) e D6 (dodecametilcicloesilossano).

Il problema è che le alternative sono poche e l’uso del Perc nel lavaggio a secco desta ancora qualche preoccupazione. Già nel 2012 la Francia ha chiesto l’eliminazione graduale del Perc entro il 2022 e solo due anni fa l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti ha rivelato l’intenzione di limitare questo solvente clorurato ampiamente utilizzato nell’ambito di una proposta di legge. L’obiettivo è quello di eliminare gradualmente il Perc da tutti gli usi dei consumatori entro 2 anni e dal lavaggio a secco entro 10 anni.

Anche la Danimarca ha limiti su tutti i solventi clorurati che comprendono il Perc.

È quindi interessante che la Commissione europea, invece di adottare una restrizione a livello europeo sul Perc, abbia preso di mira le “alternative più verdi” D4, D5 e D6, che sono tutte utilizzate in vari prodotti di consumo e professionali, tra cui cosmetici, lavaggio a secco, cere e prodotti per la pulizia, ma che ora saranno vietate nelle miscele; in una concentrazione pari o superiore allo 0,1% in peso della rispettiva sostanza.

La restrizione si applicherà interamente a partire dal 6 giugno 2026 e fa seguito a una decisione dell’UE del giugno 2018 che ha identificato il D4 e il D5 come sostanze estremamente preoccupanti (“SVHC”) con proprietà molto persistenti e molto bioaccumulabili (“vPvB”) e persistenti, bioaccumulabili e tossiche (“PBT”).

Alcuni settori dei beni di consumo – e l’industria del lavaggio a secco – che ancora utilizzano queste sostanze prenderanno probabilmente in considerazione la possibilità di tornare all’uso del Perc. Tra questi, quelli del settore dei beni tessili di lusso che producono solo articoli lavabili a secco.

Ma non sono solo le autorità di regolamentazione a mostrare preoccupazione per l’uso del Perc. Il Perc è sempre più sotto esame da parte di terzi, tra cui la ZDHC MRSL, che ritiene che il Perc sia limitato a 5 mg/kg (5 ppm), ma che possa comunque essere utilizzato se vengono effettuati adeguati controlli dell’esposizione e delle emissioni. Ad esempio, in sistemi sigillati che riciclano completamente il solvente.

Mentre nella bluesign BSSL il Perc è limitato a 5 mg/kg, ma è ridotto a 1 mg/kg (1 ppm) negli articoli finiti.